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«Sissignore» disse Orik, chinando il capo. Si chiuse la porta alle spalle con un solido tonfo. Dopo un lungo silenzio. Ajihad emise un sospiro stanco e si sedette. Si passò una mano sul volto e alzò gli occhi al soffitto. Eragon aspettava con impazienza che parlasse lui per primo, ma questo non accadde. Allora osò fare una domanda che gli stava molto a cuore: «Come sta Arya?» Ajiahd abbassò gli occhi su di lui e disse in tono grave: «Non bene... ma i guaritori mi dicono che si riprenderà. . L'hanno assistita per tutta la notte. Il veleno le ha provocato seri danni. Non sarebbe sopravvissuta se non fosse stato per te. E per questo meriti la più profonda riconoscenza dei Varden.»

Le spalle di Eragon si rilassarono per il sollievo. Per la prima volta, ebbe la netta sensazione che la loro fuga da Gil'ead fosse valsa la pena di tante sofferenze. «E adesso?» domandò. «Ho bisogno di sapere come hai trovato Saphira e tutto quello che è successo da allora» disse Ajihad, posando il mento sulla punta delle mani giunte. «Ho saputo qualcosa grazie al messaggio che Brom ci ha mandato, e parte anche dai Gemelli. Ma voglio sentirlo dalla tua voce, specie i dettagli che riguardano la morte di Brom.»

Eragon era restio a condividere le sue esperienze con un estraneo, ma Ajihad attese paziente. Avanti, lo incitò Saphira. Eragon esitò ancora un istante, poi iniziò a raccontare la sua storia. Al principio si sentì a disagio, inquieto, ma a poco a poco acquistò fiducia e scioltezza. Saphira lo aiutò a ricordare certi dettagli, intervenendo di tanto in tanto con qualche commento. Ajihad lo ascoltò in silenzio per tutto il tempo.

Eragon parlò per ore, facendo solo qualche rara pausa. Parlò ad Ajihad di Teirm, anche se tacque sull'incontro con Angela l'indovina, e di come lui e Brom avevano trovato i Ra'zac. Gli raccontò anche dei suoi sogni su Arya. Quando arrivò a Gil'ead e al duello con lo Spettro, il volto di Ajihad si indurì. L'uomo si appoggiò allo schienale della sedia, con gli occhi velati.

Finito il racconto, Eragon rimase in silenzio, meditando su tutto quello che gli era accaduto. Ajihad si alzò, allacciò le mani dietro la schiena e fece qualche passo fissando con aria assente uno degli scaffali di libri. Infine tornò alla scrivania.

«La morte di Brom è una perdita terribile. Era un mio carissimo amico e un potente alleato dei Varden. Ci ha salvati dalla distruzione in diverse occasioni, grazie al suo coraggio e alla sua intelligenza. Perfino adesso che è morto, ci ha dotati dell'unica cosa in grado di assicurarci la vittoria... tu.»

«Ma che cosa vi aspettate da me?» chiese Eragon.

«Te lo spiegherò meglio in seguito» rispose Ajihad. «Per adesso ci sono questioni più urgenti da affrontare. La notizia dell'alleanza degli Urgali con l'Impero è gravissima. Se Galbatorix sta radunando un esercito di Urgali per distruggerci, per i Varden non sarà affatto facile sopravvivere, anche se molti di noi vivono al sicuro qui nel Farthen Dùr. Che un Cavaliere, sia pure malvagio come Galbatorix, abbia deciso di stringere un accordo con quei mostri è una prova lampante della sua follia. Mi vengono i brividi al pensiero di quello che deve aver promesso in cambio della loro volubile lealtà, E poi c'è lo Spettro. Puoi descrivermelo?»

Eragon annuì. «Era molto alto, magro e pallidissimo, con occhi e capelli rossi. Era vestito tutto di nero.»

«E la sua spada? Sei riuscito a vederla?» incalzò Ajihad. «Aveva per caso un lungo graffio sulla lama?»

«Sì» disse Eragon sorpreso. «Come lo sai?»

«Perché gliel'ho procurato io mentre cercavo di strappargli il cuore» disse Ajihad con un sorriso sinistro. «Si chiama Durza, ed è uno dei più astuti e diabolici esseri che abbiano mai calcato questa terrà. È il servo perfetto per Galbatorix, e un nemico pericoloso per noi. Hai detto che lo avete ucciso. Come?»

Eragon lo ricordava perfettamente. «Murtagh l'ha colpito due volte. La prima freccia gli ha trafitto la spalla; la seconda gli si è conficcata tra gli occhi.»

«Come temevo» disse Ajihad, corrucciato. «Non lo avete ucciso. Gli Spettri si possono uccidere solo con un colpo che trapassi loro il cuore. Qualsiasi altra cosa li fa solo dissolvere, e poi ricompaiono altrove, informa di spirito. È un processo sgradevole, ma Durza sopravviverà e tornerà più forte di prima.»

Un cupo silenzio scese su di loro come una nera nube gonfia di tempesta. Poi Ajihad disse: «Tu sei un enigma, Eragon, un dilemma che nessuno è in grado di risolvere. Tutti sanno quello che vogliono i Varden, o gli Urgali, o addirittura Galbatorix, ma nessuno sa che cosa vuoi tu. E questo ti rende pericoloso, soprattutto per Galbatorix, che ha paura perché non. sa quale sarà la tua prossima mossa.»

«Anche i Varden hanno paura di me?» chiese Eragon in tono sommesso.

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Андрей Боярский

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