«Perché non prende un esercito e marcia attraverso la Du Weldenvarden fino a che non trova Ellesméra?» domandò Eragon.
«Perché gli elfi hanno ancora il potere di resistergli» rispose Ajihad. «Non osa sfidarli, non ancora, almeno; Ma la sua dannata magia diventa più forte ogni anno che passa. Con un altro Cavaliere al suo fianco, diventerebbe inarrestabile. Per fortuna finora i suoi tentativi di far schiudere una delle sue due uova si sono rivelati infruttuosi.»
Eragon era perplesso. «Ma come fa il suo potere ad aumentare? La forza del suo corpo limita le sue capacità... non può ricostruirsi da solo per sempre.»
«Non lo sappiamo» disse Ajihad, scrollando le spalle possenti. «e nemmeno gli elfi lo sanno. Possiamo solo sperare che un giorno o l'altro rimanga ucciso da uno dei suoi stessi incantesimi.» Si infilò una mano sotto la tunica e ne sfilò un logoro pezzo di pergamena. «Sai che cos'è questo?» chiese, posandolo sulla scrivania.
Eragon si protese per esaminarlo. La pagina era coperta da una fitta grafia nera, parole di una lingua sconosciuta. Molte parti dello scritto erano illeggibili perché macchiate di sangue. Uno dei margini della pergamena era bruciacchiato, Eragon scosse il capo. «No.»
«È stato sottratto al capo degli Urgali che abbiamo distrutto la notte scorsa. Ci è costato dodici uomini... si sono sacrificati perché tu potessi metterti al sicuro. La scrittura è un'invenzione del re, una grafia che usa per comunicare con i suoi servi. Mi ci è voluto un po', ma alla fine sono riuscito a decrifrarne il significato, almeno delle parti leggibili. Dice:
«Ushnari; è Galbatorix stesso. Nella lingua Urgali significa "padre" ed è un appellativo che gli piace molto.»
«Non si legge altro, a parte qualche parola sparsa» disse Ajihad.
«Dov'è Ithrò Zhàda? Non ne ho mai sentito parlare.»
«Nemmeno io» disse Ajihad. «ma ho il sospetto che Galbatorix abbia dato un nuovo nome a un luogo già esistente, per qualche suo oscuro scopo. Dopo aver decifrato questo messaggio, mi sono chiesto che cosa ci facevano centinaia di Urgali fra i Monti Beor quando li hai avvistati la prima volta, e dov'erano diretti. La frase "altri della loro razza" mi fa supporre che ci siano già altri Urgali in quel posto. E c'è un'unica ragione per cui il re può aver deciso di radunare una tale forza: formare un esercito misto di umani e mostri per distruggerci.
«Per ora non possiamo far altro che aspettare e vedere che cosa accade. Senza altre informazioni, non c'è modo di trovare questa Ithrò Zhàda. Tuttavia il Farthen Dùr non è stato ancora scoperto, e quindi ci resta qualche speranza. Gli unici Urgali ad averlo visto sono morti ieri notte.» «Come facevate a sapere che stavamo arrivando?» chiese Eragon. «Uno dei Gemelli ci aspettava, ed era stato organizzato un agguato per i Kull.» Eragon avvertiva la profonda attenzione di Saphira, ma evidentemente la dragonessa preferiva tenere per sé i commenti, che avrebbe esposto più tardi. «Abbiamo delle sentinelle appostate all'ingresso della valle che avete attraversato, su entrambi i lati dello Zannadorso. Hanno mandato una colomba ad avvertirci» spiegò Ajihad.
Eragon si chiese se fosse lo stesso uccello che Saphira aveva cercato di mangiare. «Quando l'uovo e Arya scomparvero, avete avvertito Brom? Lui mi disse che non aveva ricevuto notizie dai Varden.» «Cercammo di metterlo in guardia» disse Ajiahd. «ma sospetto che i nostri uomini siano stati intercettati e uccisi dall'Impero. Per quale altro motivo i Ra'zac sarebbero andati a Carvahall? In seguito. Brom si mise in viaggio con te, e fu impossibile raggiungerlo. Puoi immaginare il mio sollievo quando mi diede notizie tramite un messaggero da Teirm. Non mi sorprese che si fosse rivolto a Jeod: erano vecchi amici. E Jeod sapeva come farci arrivare un messaggio, perché da tempo contrabbanda merci per noi attraverso il Surda.