«Bene» disse Eragon. «Secondo te, le città costiere tengono i registri delle spedizioni?» Gli occhi di Brom s'illuminarono. «Naturalmente! Se riusciamo a controllare quei registri, scopriremo chi ha portato l'olio a sud e che direzione ha preso.»
«E il registro degli acquisti dell'Impero ci dirà dove vivono i Ra'zac!» concluse Eragon. «Non so quante persone possono permettersi quest'olio, ma credo che sia difficile trovarne anche solo una che non lavori per l'Impero.»
«Geniale!» esclamò Brom con un sorriso. «Vorrei averci pensato io anni fa; mi sarei risparmiato un sacco di grattacapi. La costa è disseminata di città e villaggi dove le navi possono attraccare. Suppongo che Teirm sia la località più adatta per cominciare, dato che controlla la maggior parte dei commerci.» Brom fece una pausa. «Per quanto ne so, il mio vecchio amico Jeod si è stabilito lì. Non ci vediamo da parecchi anni, ma sono sicuro che ci aiuterà, E dato che è un mercante, è possibile che abbia accesso a quei registri.»
«Come arriviamo a Teirm?»
«Dobbiamo procedere in direzione sudovest finché non raggiungiamo un valico sulla Grande Dorsale. Una volta superato il passo, seguiremo la costa fino a Teirm» disse Brom. Una brezza leggera gli scompigliò i capelli.
«Ce la facciamo a raggiungere il passo in una settimana?»
«Sicuro. Se ci allontaniamo dal Ninor verso destra, riusciremo a vedere le montagne per domani.» Eragon si avvicinò a Saphira e le montò in sella. «Ci vediamo a cena, allora.» Quando furono a una certa altezza, disse:
Quando atterrarono, Eragon fu felice di scoprire che le gambe non gli facevano male. La sella lo aveva ben protetto dalle squame di Saphira.
Eragon e Brom praticarono il loro allenamento serale, ma senza energia, perché erano entrambi preoccupati per gli eventi della giornata. Quando ebbero finito, le braccia di Eragon bruciavano per lo sforzo di sostenere il peso di Zar'roc.
UN INTERMEZZO CANORO
I
l giorno seguente, mentre cavalcavano insieme, Eragon chiese a Brom: «Com'è il mare?» «Avrai pur sentito qualche descrizione, prima» disse Brom.
«Sì, ma com'è davvero?»
Gli occhi di Brom si velarono, come se stesse guardando una scena lontana. «Il mare è un'emozione incarnata. Il mare ama, odia, e piange. Sfida ogni tentativo di catturarlo a parole e rifiuta ogni pastoia. Qualunque cosa tu dica di lui, c'è sempre qualcosa che ti sfuggirà. Ricordi quando ti dissi che gli elfi venivano dal mare?»
«Sì.»
«Sebbene vivano lontani dalla costa, conservano sempre una grande passione per l'oceano. Il rumore delle onde che si frangono, l'odore salmastro dell'aria li affascinano enormemente e hanno ispirato molte delle loro canzoni più belle. Ce n'è una che parla di questo amore, se ti va di sentirla.»
«Mi piacerebbe» disse Eragon, curioso.
Brom si schiarì la gola e disse; «La tradurrò dall'antica lingua meglio che potrò. Non sarà perfetta, ma forse ti darà un'idea di come suonava in origine.» Fece fermare Fiammabianca e chiuse gli occhi. Tacque per un istante, poi intonò con voce dolce:
Le parole riecheggiarono lugubri nella mente di Eragon. «Questa canzone si intitola
«È bellissima» disse Eragon semplicemente.
Quando si fermarono per la notte, la Grande Dorsale si stagliò come un debole nastro scuro all'orizzonte.