«Un eufemismo, però vero» disse Brom asciutto. «Quando siamo stati... separati, non sono più riuscito a trovarti. In quel trambusto scovai una piccola camera. Non c'era niente di particolare, solo casse e scatole, ma tanto per curiosità cominciai a frugare in giro. La fortuna mi fu benigna, poiché trovai proprio quello che stavamo cercando.» Sul volto di Jeod si dipinse un'espressione di assoluto stupore. «A quel punto non potevo più aspettarti. Potevano scoprirmi da un momento all'altro, e tutto sarebbe andato perduto. Mi camuffai alla meglio e lasciai la città di nascosto per andare da...» Brom esitò e scoccò un'occhiata furtiva a Eragon. Poi disse: «... dai nostri amici. Lo conservarono in una grotta per sicurezza e mi fecero promettere che mi sarei preso cura di chiunque l'avesse ricevuto. Ma fino al giorno in cui fossero state necessarie le mie prestazioni, dovevo scomparire. Nessuno doveva sapere che ero vivo, nemmeno tu. Mi è costato molto darti quel dolore. Perciò andai a nord e mi nascosi a Carvahall.»
Eragon serrò la mascella, infuriato con Brom che continuava a bella posta a tenerlo all'oscuro di tante cose.
Jeod aggrottò la fronte e disse: «Allora i nostri... amici hanno sempre saputo che eri vivo?» «Sì.»
Jeod sospirò. «Immagino che sia stato necessario questo espediente, ma vorrei che me l'avessero detto. Carvahall non è a nord, sull'altro versante della Grande Dorsale?» Brom fece sì con la testa. Per la prima vota, Jeod parve accorgersi di Eragon. I suoi occhi grigi lo scrutarono attenti. Inarcò un sopracciglio e disse: «Allora presumo che adesso tu stia onorando il tuo compito.» Brom scosse la testa. «No, non è così semplice. Qualche tempo fa è stato rubato, almeno è quello che credo, perché non ho saputo nulla dai nostri amici, e sospetto che i loro messaggeri siano caduti in un'imboscata. Così ho deciso di indagare per conto mio. Eragon andava nella mia stessa direzione e così stiamo viaggiando in compagnia da un po'.»
Jeod era perplesso. «Ma se non avevano inviato messaggi, come facevi a sapere che era...» Brom si affrettò a interromperlo, dicendo: «Lo zio di Eragon è stato ucciso dai Ra'zac. Gli hanno bruciato la casa e lui si è salvato per un soffio. Merita di vendicarsi, ma ci hanno lasciati senza tracce da seguire, e così abbiamo bisogno di aiuto per trovarli.»
Il volto di Jeod si schiarì. «Capisco.,. Ma perché siete venuti qui? Io non so dove potrebbero nascondersi i Ra'zac, e coloro che lo sanno non ve lo direbbero mai.»
Brom si alzò e s'infilò una mano sotto il mantello. Estrasse la fiaschetta dei Ra'zac. La lanciò a Jeod. «Contiene olio di Seithr, del tipo pericoloso. È dei Ra'zac. L'hanno persa lungo il cammino e noi l'abbiamo trovata. Dobbiamo controllare i registri delle spedizioni di Teirm per poter risalire ai compratori dell'olio. In questo modo troveremo il covo dei Ra'zac»
Il volto di Jeod s'increspò di rughe mentre rifletteva. Indicò i libri sugli scaffali. «Vedi quelli? Sono tutti i registri dei miei commerci.
«A questo penserò io al momento opportuno» disse Brom. «Ma dobbiamo riposare per qualche giorno prima di poter decidere come procedere.»
Jeod sorrise. «In questo posso aiutarvi. La mia casa è la vostra casa, naturalmente. Usate altri nomi, qui in città?»
«Sì» disse Brom. «Io sono Neal, e il ragazzo è Evan.»
«Eragon» mormorò Jeod pensoso. «Hai un nome singolare. Sono ben pochi coloro che portano il nome del primo Cavaliere. Nella mia vita ho letto soltanto di tre che si chiamavano così.» Eragon si stupì che Jeod conoscesse l'origine del suo nome.
Brom guardò Eragon. «Mi faresti la gentilezza di andare a controllare i cavalli? Temo che Fiammabianca non sia stato legato bene.»