Martin scosse la testa. «Nessuno è sopravvissuto agli attacchi. Le navi salpano, e poi scompaiono; nessuno è mai tornato.» Si protese verso di loro è disse in tono confidenziale: «I marinai dicono che si tratta di stregoneria.» Annuì e ammiccò, poi si appoggiò di nuovo allo schienale della sedia. Brom parve preoccupato a quelle parole. «E tu che cosa ne pensi?»
Martin si strinse nelle spalle. «Non lo so. E non credo che lo saprò mai, a meno che non sia tanto sfortunato da trovarmi imbarcato su una di quelle navi catturate.»
«Sei un marinaio?» domandò Eragon. «No» disse Martin sbuffando. «Ti sembro uno di quelli? I comandanti mi ingaggiano per difendere le loro navi dai pirati. E quella lurida feccia non è molto attiva, di recente. Comunque, è sempre un buon lavoro.»
«Piuttosto pericoloso» commentò Brom. Martin alzò di nuovo le spalle e finì di bere la sua birra. Brom ed Eragon se ne andarono, diretti verso il quartiere ovest della città, decisamente una delle più belle zone di Teirm. Le case erano pulite, grandi e ricche di decori. La gente nelle vie vestiva elegante e camminava con sussiego. Eragon provò la netta sensazione di essere fuori luogo.
UN VECCHIO AMICO
I
l negozio dell'erborista aveva un'insegna allegra, facile da riconoscere. Sulla soglia era seduta una donnetta minuta, con una massa di riccioli scuri. In una mano teneva una rana, e con l'altra scriveva. Eragon immaginò che dovesse trattarsi di Angela, l'erborista. Su entrambi i lati della
bottega c'era una casa. «Quale sarà?» chiese a Brom.
Brom studiò le case, poi disse: «Scopriamolo.» Si avvicinò alla donna e chiese con cortesia: «Potresti dirmi in quale casa abita Jeod?»
«Certo.» La donna continuò a scrivere.
«Ti spiacerebbe dircelo?»
«No.» Tacque di nuovo, ma la sua penna si muoveva più veloce che mai. La rana sulla sua mano gracidò e li guardò con occhi malevoli. Brom ed Eragon attesero perplessi, ma la donna non disse altro. Eragon era sul punto di sbottare, quando Angela alzò lo sguardo. «Certo che non mi dispiace! Tutto quello che dovete fare è chiedere. La vostra prima domanda era se potevo dirvelo, e la seconda se mi dispiaceva dirvelo. Ma non mi avete posto la domanda diretta.»
«Allora lascia che te lo chieda nel modo giusto» disse Brom con un sorriso. «Qual è la casa di Jeod? E perché tieni in mano una rana?»
«Ora sì che ci siamo» disse lei, scherzosa. «Jeod abita nella casa di destra. E quanto alla rana, in realtà è un rospo. Sto cercando di dimostrare che i rospi non esistono... che sono soltanto rane.» «Come fanno i rospi a non esistere se ne tieni uno in jnano in questo momento?» s'intromise Eragon. «E poi, a che cosa serve provare che esistono soltanto le rane?»
La donna scosse la testa con veemenza; i riccioli scuri dondolarono. «No, no, non capisci. Se provo che i rospi non esistono, allora questa è una rana e non è mai stato un rospo. Quindi, il rospo che vedi ora non esiste. Inoltre» aggiunse, alzando l'indice sottile. «se posso provare che esistono soltanto le rane, allora i rospi non potranno fare mai niente di male... come far cadere i denti, provocare verruche, avvelenare o uccidere le persone. E le streghe non potranno usare i loro malvagi sortilegi perché ovviamente non troveranno nessun rospo da usare.»
«Capisco» disse Brom in tono cordiale. «Sembra molto interessante, e mi piacerebbe saperne di più, ma dobbiamo parlare con Jeod.»
«Certo» disse la donna, e li congedò con un cenno della mano per poi ricominciare a scrivere. Quando furono lontani dalle, orecchie dell'erborista, Eragon disse: «È suonata!»
«Forse» commentò Brom. «ma chi può dirlo? Magari finirà con lo scoprire qualcosa di utile, perciò non giudicare, E se i rospi fossero davvero soltanto rane?»
«Già, e le mie scarpe sono d'oro» ribattè Eragon.
Si fermarono davanti a una porta con un batacchio di ferro lavorato e la soglia di marmo. Brom bussò tre volte. Nessuno rispose. Eragon si sentì uno stupido. «Forse è la casa sbagliata. Proviamo quell'altra.» Brom lo ignorò e bussò di nuovo, con più forza.
Ancora nessuna risposta. Eragon si volse esasperato, poi sentì qualcuno accorrere. Una giovane donna con la carnagione pallida e i capelli biondi socchiuse la porta. I suoi occhi erano gonfi come se stesse piangendo, ma la sua voce era ferma. «Desiderate?»
«Jeod vive qui?» domandò Brom con gentilezza.
La donna fece un lieve cenno col capo. «Sì, è mio marito. Vi aspettava?» Continuava a tenere la porta socchiusa.
«No, ma abbiamo bisogno di parlargli» disse Brom.
«È molto occupato.»
«Veniamo da molto lontano. Dobbiamo assolutamente vederlo.»
Il volto della donna s'indurì. «È occupato.»
Brom era chiaramente seccato, ma il suo tono rimase cortese. «Bene, visto che non può riceverci, mia signora, potresti dargli un messaggio da parte mia?» La donna strinse le labbra, poi annuì. «Digli che un suo vecchio amico, di Gil'ead lo aspetta fuori la porta.»
La donna non nascose la sua diffidenza, ma disse: «Va bene» e richiuse la porta di colpo. Eragon udì i suoi passi allontanarsi.