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«Tutto questo ha sollevato gravi questioni. Come ha fatto l'Impero a sapere dove tendere l'agguato ad Arya, e poi ai nostri messaggeri diretti a Carvahall? Come ha fatto Galbatorix a sapere quali mercanti aiutano i Varden? Gli affari di Jeod sono andati in fumo da quando sei partito, così come quelli di altri mercanti che collaborano con noi.

Ogni volta che una delle loro navi salpa, sparisce. I nani non possono darci tutto quello che ci serve, così i Varden hanno un disperato bisogno di approvvigionamenti. Temo che tra noi ci sia un traditore, o più traditori, nonostante i nostri sforzi di esaminare la mente delle persone in cerca di complotti.»

Eragon tacque per riflettere su quanto aveva appreso. Ajihad aspettò con calma che parlasse. Per la prima volta da quando aveva trovato l'uovo di Saphira, Eragon aveva la netta sensazione di capire che cosa succedeva intorno a lui. O almeno, sapeva da dove veniva Saphira e quale futuro poteva attenderlo. «Che cosa volete da me?» chiese infine.

«Che cosa vuoi dire?»

«Voglio dire, che cosa ci si aspetta da me qui a Tronjheim? Voi e gli elfi avete dei progetti per me, ma se poi non mi piacciono?» La sua voce prese una sfumatura severa. «Combatterò quando sarà necessario, festeggerò nelle occasioni giuste, piangerò nel momento del dolore, e morirò quando arriverà la mia ora... ma non permetterò a nessuno di usarmi contro la mia volontà.» Fece una pausa perché le sue parole venissero assorbite. «I Cavalieri di una volta erano arbitri di giustizia,. al di sopra e al di là dei capi dei loro tempi. Non pretendo quella posizione, dubito che la gente accetterebbe una simile autorità quando da molto tempo ormai ne fa a meno, specie da uno giovane come me. Ma io ho il potere, e lo userò come riterrò opportuno. Quello che voglio sapere è come tu hai pensato di usarmi. Poi deciderò se acconsentire.»

Ajihad lo guardò, accigliato. «Se tu fossi qualcun altro e ti trovassi davanti a un altro capo, con ogni 'probabilità saresti stato messo a morte per queste parole insolenti. Che cosa ti fa pensare che ti esporrò i miei piani solo perché tu me lo chiedi?» Eragon arrossì, ma non abbassò lo sguardo. «Eppure hai ragione. La tua posizione ti da il privilegio di poter dire queste cose. Non puoi sfuggire ai disegni che ti riguardano... tu verrai influenzato, in un modo o nell'altro.

Io voglio vederti diventare una pedina manovrata da questa o quella fazione ancora meno di quanto lo vuoi tu. Devi difendere la tua libertà, perché in. essa risiede il tuo vero potere: la capacità di fare scelte indipendentemente da qualsiasi capo o re. La mia autorità su di te sarà limitata. ma credo che sia per il meglio. La difficoltà consiste nell'assicurarsi che coloro che detengono il potere ti ammettano alle loro decisioni.

«E poi, malgrado le tue proteste, sappi che le persone si aspettano molto da te. Ti verranno a raccontare i loro problemi, anche i più insignificanti, e ti chiederanno di risolverli.» Ajihad si protese verso di lui e aggiunse, con voce mortalmente seria: «Ci saranno momenti in cui il futuro di un individuo sarà nelle tue mani.,. con una sola parola tu potrai innalzarlo alle vette della felicità o scaraventarlo negli abissi dell'angoscia. Giovani donne chiederanno il tuo parere su chi debbano sposare... molte, anzi, ti vorranno per marito... e i vecchi vorranno sapere a quali figli lasciare l'eredità. Tu devi essere gentile e saggio con loro, perché in te riporranno ogni speranza. Non parlare con insolenzà o leggerezza, perché le tue parole avranno un impatto che andrà ben oltre le tue intenzioni.»

Ajihad si riappoggiò allo schienale, incupito. «Il fardello dell'autorità comporta la responsabilità del benessere delle persone che ti sono affidate. Io convivo con questo peso da quando sono stato scelto come capo dei Varden, e adesso tocca a te. Sta' attento. Non tollererò ingiustizie sotto il mio comando. Non preoccuparti per la tua giovane età e l'inesperienza; supererai presto entrambe.» Eragon trovava imbarazzante l'idea che la gente si rivolgesse a lui per dei consigli. «Ma non mi hai ancora detto che cosa devo fare qui.»

«Per adesso nulla. Hai percorso più di centotrenta leghe in otto giorni, un'impresa di cui andare fieri. Sono sicuro che apprezzerai un po' di riposo. Quando ti sarai ripreso, metteremo alla prova la tua competenza in fatto di armi e magia. Dopodiché, be'... ti spiegherò le alternative, e dovrai fare la tua scelta.»

«E che ne sarà di Murtagh?» chiese Eragon in tono aspro.

Il volto di Ajihad si oscurò. Si chinò dietro la scrivania e si rialzò reggendo Zar'roc. Fece scorrere le dita sul fodero lucente, indugiando sul sigillo inciso. «Resterà qui finché non permetterà ai Gemelli di esaminare la sua mente.»

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Андрей Боярский

Попаданцы / Фэнтези / Бояръ-Аниме