«Naturale: non sono una stupida. Guarda che sono al mondo da molto più tempo di quanto tu non creda. È difficile che mi sfugga qualcosa.» Fece una pausa e si concentrò sul lavoro d'intreccio. «Comunque, sapevo di dover raggiungere i Varden al più presto. È quasi un mese ormai che sono qui, anche se questo posto non mi piace molto... odora troppo di muffa per i miei gusti. E nel Farthen Dùr sono tutti così seri e altezzosi. Probabilmente sono tutti destinati a una fine tragica, in un modo o nell'altro.» Trasse un lungo sospiro, un'espressione ironica sul volto. «E i nani sono soltanto una massa di babbei superstiziosi che si accontentano di picconare rocce per tutta la vita. L'unico lato positivo del Farthen Dùr è che qui crescono un sacco di funghi e licheni interessanti.» «Allora perché resti?» le chiese Eragon con un sorriso.
«Perché mi piace essere lì dove accadono eventi importanti» rispose Angela, inclinando la testa da un lato. «E poi, se fossi rimasta a Teirm, Solembum sarebbe partito senza di me, e a me piace la sua compagnia. Ma dimmi, quali avventure ti sono capitate da quando ci siamo visti?» Per tutta l'ora che seguì, Eragon raccontò in breve le esperienze degli ultimi due mesi e mezzo. Angela lo ascoltò in silenzio, ma quando il giovane fece il nome del suo compagno di viaggio, esclamò sdegnata: «Murtagh!»
Eragon annuì. «Mi ha rivelato lui la sua identità. Ma fammi finire il racconto, prima di esprimere qualsiasi giudizio.» Proseguì la sua storia. Quando ebbe finito. Angela sprofondò pensierosa nella poltrona, il lavoro d'intreccio abbandonato sulle gambe. Senza preavviso, Solembum sbucò da chissà quale nascondiglio e le saltò in grembo. Si acciambellò, sotto le carezze distratte di Angela, e guardò Eragon con occhi penetranti.
«Affascinante» commentò Angela. «Galbatorix alleato con gli Urgali, e Murtagh finalmente allo scoperto... Ti consiglio di stare in guardia, con lui, ma Ovviamente sai già quali pericoli corri.» «Murtagh si è dimostrato un amico fidato e un prezioso alleato» ribatte Eragon con fermezza. «Sarà... ma stai attento.» Angela fece una pausa, poi aggiunse, in tono disgustato: «E c'è la questione di questo Spettro. Durza. Credo che al momento sia la minaccia.più grave per i Varden, a parte Galbatorix. Odio gli Spettri... praticano la forma più sacrilega di magia, dopo la negromanzia. Mi piacerebbe infilzargli il cuore con uno spillone e darlo in pasto ai porci!»
Eragon rimase sconcertato dalla sua improvvisa veemenza. «Non capisco. Brom mi ha detto che gli Spettri sono stregoni che usano gli spiriti per compiere il proprio volere, ma perché questo li rende così malvagi?»
Angela scosse la testa. «Non è così. Gli stregoni normali sono appunto questo, normali... né meglio né peggio di tutti noi. Usano le loro capacità magiche per controllare gli spiriti e il potere degli spiriti. Gli Spettri tuttavia rinunciano a quel controllo per conquistare un potere maggiore e permettono al proprio corpo di essere controllato dagli spiriti. Purtroppo, soltanto gli spiriti maligni cercano di possedere gli umani, e una volta insediati, non se ne vanno più. Questa possessione può avvenire per sbaglio, se uno stregone evoca uno spirito più forte di lui. Il problema è che una volta creato uno Spettro, è terribilmente difficile ucciderlo. Come sono certa saprai, soltanto due persone. Laetri l'Elfo e Irnstad il Cavaliere, sono riusciti in questa impresa.»
«L'ho sentito dire.» Eragon fece un ampio gesto con la mano. «Come mai vivi quassù? Non è scomodo, restare così isolata? E come hai fatto a portare qui tutta questa roba?»
Angela gettò indietro la testa e rise di gusto. «Vuoi saperlo proprio? Mi nascondo. Quando sono arrivata a Tronjheim, ho passato qualche giorno in pace... finché una delle guardie che mi ha fatto entrare nel Farthen Dùr ha cominciato a raccontare in giro chi sono. A quel punto tutti i maghi di qui, anche se nessuno di loro merita tale appellativo, hanno preso a insistere perché mi unissi alla loro setta segreta. Specie quei due drajl di Gemelli che la controllano. Alla fine ho minacciato di trasformarli in rospi... scusa, in rane, ma quando nemmeno questo li ha fermati, sono salita quassù nel cuore della notte. È stato meno complicato di quanto tu creda, per una con le mie capacità.» «Hai permesso ai Gemelli di esaminarti la mente prima di entrare nel Farthen Dùr?» chiese Eragon. «Io sono stato costretto a lasciarli frugare fra i miei ricordi.»
Un lampo di gelo balenò negli occhi di Angela. «I Gemelli non avrebbero mai osato esaminarmi, per paura di ciò che avrei potuto fare loro. Oh, sì, avrebbero voluto, ma sapevano che lo sforzo li avrebbe ridotti a due mentecatti balbettanti. Frequento questo posto da molto prima che i Varden cominciassero a scrutare la mente delle persone... e non ho alcuna intenzione di consentire che lo facciano adesso.»