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Brom si fece scuro in volto. «Vorrei non dover essere io a portarti questa notizia. Una quindicina di giorni fa siamo passati da Yazuac e l'abbiamo trovata devastata. Gli abitanti erano stati massacrati e i cadaveri ammassati in una pila. Volevamo dar loro una degna sepoltura, ma due Urgali ci hanno attaccati.»

Sgomento. Trevor fece un passo indietro, con le lacrime agli occhi. «Ahimè, questo è proprio un triste giorno, Eppure non capisco come due soli Urgali abbiano potuto fare scempio di tutta Yazuac. I suoi abitanti erano combattenti valorosi... alcuni erano amici miei.»

«Le tracce indicavano che un'intera banda di Urgali aveva saccheggiato la città» disse Brom. «Credo che quelli che abbiamo incontrato fossero disertori.»

«Quanti erano?»

Brom armeggiò con le bisacce per qualche istante. «Tanti da annientare Yazuac, ma abbastanza pochi da passare inosservati nella campagna. Direi non più di cento, e non meno di cinquanta. In qualunque caso, voi siete in pericolo.» Trevor annuì tristemente. «Dovreste prendere in considerazione l'idea di partire» continuò Brom. «Questa regione è diventata troppo pericolosa per viverci in pace.»

«Lo so, ma la gente di qui si rifiuta di muoversi. Questa. è casa loro... ed è casa mia, anche se vivo qui solo da un paio d'anni... e loro la considerano più importante della vita.» Trevor lo guardò con aria seria. «Abbiamo respinto gli Urgali, uno alla volta, e questo ha dato agli abitanti una sicurezza che va al di là delle loro vere capacità. Temo che un giorno ci sveglieremo con le gole tagliate.» L'arciere uscì di corsa da una casa, con le braccia cariche di provviste. Le posò accanto ai cavalli, e Brom lo pagò. Mentre l'uomo si allontanava. Brom chiese: «Perché hanno scelto te per difendere Daret?»

Trevor si strinse nelle spalle. «Per alcuni anni sono stato nell'esercito del re.»

Brom rovistò fra gli oggetti, porse un paio di guanti a Eragon e infilò il resto delle provviste nelle bisacce. Eragon si infilò i guanti, stando attento a tenere il palmo rivólto verso basso, e flette le mani per saggiarli. La pelle era morbida e resistente, anche se graffiata dall'uso. «Bene» disse Brom. «come promesso, ce ne andiamo subito.»

Trevor annuì. «Quando arrivate a Dras-Leona, mi fareste una cortesia? Avvertite l'Impero delle nostre disgrazie e di quelle delle altre città. Se il re non ha ancora saputo niente di tutto questo, c'è di che preoccuparsi. Se lo ha saputo, ma ha scelto di non fare niente, c'è di che preoccuparsi ugualmente.»

«Porteremo il tuo messaggio. Che la tua spada resti affilata» disse Brom.

«Così la tua.»

I carri vennero spostati, e i due cavalcarono fuori da Daret, verso gli alberi lungo il Ninor. Eragon passò i suoi pensieri a Saphira. Stiamo tornando, È andato tutto bene. L'unica risposta della dragonessa fu un moto di rabbia.

Brom si accarezzò la barba. «L'Impero è in condizioni peggiori di quanto immaginassi. Quando gli erranti sono passati per Carvahall, hanno riportato notizie di tensioni, ma non avrei mai créduto che fossero così diffuse. Con tutti questi Urgali in giro, pare che l'Impero stesso sia assediato, eppure non sono state inviate truppe. È come se al re non importasse di difendere il proprio dominio.» «È strano» convenne Eragon.

Brom chinò il capo per passare sotto un ramo basso. «Hai usato i tuoi poteri mentre eravamo a Daret?»

«Non c'era ragione di farlo.»

«Sbagliato» disse Brom. «Avresti potuto sondare le intenzioni di Trevor. Perfino con le mie limitate capacità, io sono riuscito a farlo. Se quella gente avesse avuto davvero intenzione di ucciderci, non me ne sarei restato seduto in sella tranquillo. Tuttavia ho avvertito una ragionevole probabilità di cavarcela parlando, cosa che ho fatto.»

«Come facevo a sapere che cosa pensava Trevor?» disse Eragon. «Dovrei essere capace di leggere la mente delle persone?»

«Andiamo» lo canzonò Brom. «ormai dovresti conoscere la risposta. Avresti potuto scoprire le intenzioni di Trevor così come comunichi con Cadoc o Saphira. Le menti degli uomini non sono poi così diverse da quelle di un drago o di un cavallo, È una cosa semplice da fare, ma è un potere che bisogna usare con parsimonia e grande cautela. La mente di una persona è il suo ultimo santuario. Non devi mai violarlo, a meno che le circostanze non te lo impongano. I Cavalieri avevano regole molto severe al riguardo. Se venivano infrante senza giusta causa, la punizione era terribile.» «E tu puoi farlo anche se non sei un. Cavaliere?» domandò Eragon.

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Андрей Боярский

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